sabato 18 febbraio 2012

ComunicAmare

Stamattina, nel buio innaturale della mia stanza, mentre fuori il sole si estendeva spietato sui nascondigli dell’inverno, un verbo ronzava nella testa: “traboccare”. Mi piace l’idea della goccia che sfugge al controllo, rompe la tensione del bicchiere pieno-pieno, mi piace l’idea della sfasatura, della crepa da cui comincia a filtrare la luce ed impossibile scappare. È di amore che trabocco. E mentre la goccia diventava un rivolo e poi uno scroscio e poi un fiume e poi un onda marina che riempiva la stanza, ho pensato che venderemo questa casa. E sono stato felice. Riempire di amore una casa che ha visto tanto dolore mi fa pensare di curarla e consegnarla sana ad una una famiglia nuova, giovane come eravamo noi quando arrivammo qua. È così bello che l’amore sfugga di mano.

4 commenti:

  1. e quanto è bello, tutte le volte, leggerti

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    1. Vedi, proprio mentre scrivevo quelle righe pensavo a quanto uno debba fidarsi del silenzio. E nel silenzio c'eri anche tu, Veronica. Grazie!

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    2. certo che c'ero. mi fido eccome del silenzio. di certi più che di altri, ovvio.

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