A me sembra che l'espressione "perdere la pazienza" sia fuorviante e che associare alla temporanea adesione a se stessi un senso di perdita sia ricattatorio. La pazienza non è una caratteristica integrata nell'uomo, perdendola non si perde proprio niente, se non una sovrastruttura che usiamo per sopravvivere nel mondo. Più o meno come il parrucchino o le ciglia finte. Quando diciamo "perdere la pazienza" descriviamo piuttosto un atto di avvicinamento alla verità di noi stessi, un atto - nella maggioranza dei casi -sano; quindi per descrivere il fenomeno suggerirei un'espressione alternativa, tipo "aderire all'istanza" o una cosa così. Mo lo scrivo a De Mauro, va. [no, gniente, volevo dilla 'sta cosa]
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